GRAVELLONA T. - 08-10-2020 -- Riaprirà l’ex Mercatone Uno
di Gravellona Toce. Con una nuova proprietà, dopo un anno di lavori e riassumendo in parte il personale rimasto scottato, non solo dal fallimento della catena con sede a Imola, ma anche del gruppo controllato da una società di Malta che l’aveva rilevato dai commissari straordinari per collassare dopo soli nove mesi.
È dal maggio del 2019 che il punto vendita di Gravellona -ma anche quello di Crevola, per il quale non ci sono novità al momento- è chiuso. Ora l’ha rilevato, insieme ad altri tre (Cesano Maderno, Pavia e Rubiera) la società Max Factory, marchio di moda e oggetti per la casa e la persona. La proprietà è cinese, ma l’azienda è presente in Italia da vent’anni e ha un negozio anche a Castelletto Ticino. Nell’operazione ha acquistato gli immobili, garantendo un investimento sugli stessi per complessivi 10 milioni. Una parte saranno spesi a Gravellona, dove la compravendita immobiliare riguarda anche gli stabili non riconducibili al fallimento Mercatone-Shernon, e dove si prevede un anno di lavori. “Il negozio riaprirà nell’ottobre del 2021 - ha detto ieri ai dipendenti, riuniti in assemblea a Gravellona, Michele Piffero della Filcams Cgil - e impiegherà 17 dei 28 attualmente in organico. È il massimo che siamo riusciti a ottenere nella trattativa sindacale, difficile soprattutto in questo periodo di gravi difficoltà economiche e occupazionali”. Il contratto per loro sarà a tempo indeterminato, con un inquadramento da quarto livello (che, per qualcuno, è più basso) e a 24 ore settimanali, meno di quelle di Mercatone Uno. “Secondo i criteri dell’anzianità di servizio e dei carichi familiari verrà stilata una graduatoria dei 28 dipendenti – ha aggiunto –. I primi 17 saranno chiamati. Se qualcuno rifiutasse, si scorrerebbe l’elenco e, nel caso si esaurisse, si ricorrerebbe al personale del negozio di Crevola. Entro i 18 mesi dall’apertura ogni nuova assunzione nei negozi terzi che potrebbero aprire a Gravellona e ogni sostituzione terrà conto di quella graduatoria”.
“Con il passare del tempo il potere contrattuale è diminuito - ha aggiunto Massimo Guaschino della Fiascat-Cisl -. L’azienda era partita con 14 posti di lavoro, siamo riusciti a salire a 17. I nuovi assunti andranno subito in cassa integrazione, in attesa che apra il punto vendita. Ma abbiamo chiesto la cassa integrazione anche per gli altri, e per i 26 che erano in servizio a Crevola”. L’attuale cassa integrazione scade il 23 novembre prossimo. “Non abbiamo certezze - ha concluso -: attendiamo che il governo rifinanzi la cassa integrazione”.